
Ago
Una casa “Sensibile”
“SENSIBILE”: l’aggettivo riconduce alla capacità di percepire l’altrui condizione e reagire di conseguenza. Presto le nostre case potrebbero godere di tale capacità.
Un progetto elaborato da ENEA in collaborazione con PROMETE ha lo scopo di realizzare sensori autonomi e biodegradabili per il monitoraggio ambientale degli edifici, ed è stato battezzato con un acronimo, “SENSIBILE”.
I sensori, realizzati da materiali ottenuti con risorse rinnovabili, quali gelatina e cellulosa, sono energicamente autosufficienti, e, distribuiti in impianti che ne consentano l’interconnessione, permetteranno la misurazione continua dei parametri ambientali.
Lo scopo non è solo evitare sprechi energetici legati all’uso di climatizzatori e depuratori d’aria, ma soprattutto, migliorare la qualità della vita di chi abita o soggiorna per tante ore in luoghi chiusi.
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il 92% della popolazione mondiale trascorre la maggior parte del tempo in ambienti chiusi e che circa 3 milioni di decessi ogni anno sono riconducibili all’inquinamento indoor.
Questo è il motivo per cui SENSIBILE non è stato elaborato solo per le abitazioni in senso stretto, ma anche per scuole, uffici e potrebbe essere esteso ad interi edifici.
Ma i termometri di temperatura, umidità e anidride carbonica non esistevano già?
Sì, ma la vera rivoluzione sta nel fatto che questi sensori sono totalmente ad impatto zero: una volta programmati per un tempo di vita stabilito (giorni/mesi/anni), potranno degradarsi in maniera sicura per gli esseri umani e l’ambiente.
L’eco-sostenibilità quindi è linfa vitale del sensore, dal momento della sua creazione, che avviene esclusivamente mediate biomateriali, fino al momento del suo smaltimento, totalmente ad impatto zero.