Published On: 7 Dicembre 2022Categories: Assicurazioni

Al sicuro dalle intemperie

Articolo di Ilaria Fusco

In una terra “ballerina” come il suolo italiano, rischio sismico e idrogeologico sono, purtroppo, all’ordine del giorno.

Una ricerca condotta dall’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass) dal titolo “Calamità naturali e coperture assicurative: valutazione dei rischi e policy options per il caso italiano”, attesta che i terremoti, dal 1950 ad oggi, hanno causato 5.000 vittime, mentre le alluvioni 1.200 tra morti e dispersi.

Oltre alla tragedia umana, c’è da considerare il danno economico per il patrimonio abitativo (108 miliardi di euro solo per i terremoti tra il 1967 e il 2017), che grava sullo Stato, e, di conseguenza, sui contribuenti.

Oramai da anni si parla di affrontare il problema introducendo l’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali.

In ambito legislativo la proposta è ferma. Intanto, secondo Ivass, con una spesa di circa 100 euro l’anno ogni proprietario di immobile potrebbe proteggersi dai danni catastrofali.

Il premio, interamente detraibile in dichiarazione dei redditi, coprirebbe danni da alluvione, terremoti, frane ed esondazioni: accadimenti infaustamente sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico degli ultimi decenni.

Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicurative), ha stimato una spesa media di circa 100 euro annui ad abitazione (per 100 mila euro di somma assicurata) come costo della polizza, tenendo ovviamente conto delle diverse rischiosità di ciascun territorio.

Seguendo l’esempio di altre nazioni, la partnership pubblico-privato sarebbe una valida soluzione per ovviare ai ritardi d’intervento dovuti al sovraccarico dello Stato e garantirebbe a quest’ultimo le risorse necessarie in tempi brevi.

La proposta esclude dalla copertura gli immobili abusivi o con abusi edilizi non condonati e prevede un fondo di garanzia statale da 200 milioni che si fa carico di tutte le spese di perizia per calcolare i danni.

In ambito assicurativo, un approccio puramente individualista porrebbe il problema della disparità sofferta dagli abitanti delle aree più disagiate, che pagherebbero polizze più onerose…diversamente, il principio della mutualità si basa sul pagare tutti, pagando meno.

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