Published On: 1 Agosto 2020Categories: News

Il decalogo di Legambiente

Articolo di Ilaria Fusco

Secondo il rapporto di Legambiente relativo al 2019, in Italia si registra una crescita positiva ma troppo lenta con 750 MW di solare fotovoltaico (272 MW in più rispetto a quanto installato nel 2018) e 450 MW di eolico (112 MW in meno rispetto al 2018) installati. La produzione da rinnovabili è stata pari a 114 di TWh a fronte di una domanda elettrica nazionale di 326 TWh. Al fine di rendere possibile una velocizzazione del sistema, Legambiente, nel corso degli Stati generali dell’economia, ha lanciato al Governo dieci proposte-priorità da inserire nel Recovery Plan.

  1. La semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti da fonti rinnovabili di piccola taglia e l’introduzione di nuove linee guida per accelerare i progetti di grandi dimensioni in tutte le Regioni;
  2. Il recepimento della direttiva europea sulle comunità energetiche e lo sblocco dei progetti fino a 200 kW con l’introduzione di un fondo per l’accesso al credito a tassi agevolati;
  3. La promozione di progetti di agri-voltaico;
  4. L’accelerazione di investimenti nei sistemi di accumulo sia sulla rete di trasmissione che di distribuzione, premiando tutti coloro che partecipano ai meccanismi di “demand-response”;
  5. La riduzione dei consumi ambiziosi nel settore industriale e in quello edile, grazie allo sviluppo di NZEB (Nearly Zero Energy Building);
  6. L’elettrificazione delle città sia nei trasporti che negli impianti termici degli edifici;
  7. Il potenziamento delle reti di trasmissione, distribuzione ed interconnessione nazionali ed internazionali;
  8. L’accelerazione degli investimenti nel biometano;
  9. La realizzazione di progetti eolici offshore e la costituzione di consorzi di imprese per progetti di eolico galleggiante al largo delle coste di Sicilia e Sardegna;
  10. L’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e la revisione della tassazione energetica sulla base delle emissioni.

Per realizzare questi obiettivi, si legge nel rapporto, è indispensabile prevedere una cabina di regia per l’attuazione del Green Deal, che coordini e verifichi l’efficacia degli strumenti adottati e risolva i problemi ostativi, tra cui gli ostacoli burocratici ai progetti eolici e solari da parte di Soprintendenze e Regioni. Senza una forza rinnovatrice presso i Ministeri ed un maggiore coordinamento con Gse, Enea e Regioni, il rischio è di sprecare un’occasione straordinaria di cambiamento e di rinunciare anche alle risorse previste dal Green Deal europeo.

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