Il ritorno del prezzo fisso

Sul mercato energetico esistono offerte luce e gas a prezzo fisso e bloccato e offerte a prezzo variabile e indicizzato.

Le offerte a prezzo fisso bloccano il costo dell’energia per almeno 12 mesi, nelle offerte a prezzo indicizzato, invece, il costo di luce e gas varia ogni mese al variare del costo della materia prima all’ingrosso e si basano, dunque, sui valori degli indici PUN e PSV.

A causa dell’elevata instabilità del mercato energetico e dell’eccessivo aumento dei prezzi, durante la seconda metà del 2022 e durante i primi mesi del 2023, le tariffe luce e gas a prezzo bloccato erano quasi del tutto sparite o comunque erano diventate poco convenienti. Tutti i fornitori hanno offerto, e di conseguenza gli utenti hanno scelto, tariffe variabili, nella speranza di incontrare, mese dopo mese, tariffe più convenienti.

Fortunatamente, il calo dei valori delle quotazioni all’ingrosso c’è stato e il picco di settembre 2022 con 0,55 €/kWh per la luce e di ottobre 2022 con 2,4 €/Smc per il gas, oggi sembrano lontani.

Torna, quindi, la possibilità di puntare nuovamente su tariffe a prezzo bloccato, ma ci si chiede:
“Convengono maggiormente le tariffe a prezzo fisso o le tariffe a prezzo indicizzato?”

Dipende dai casi.

Scegliere il prezzo bloccato comporta, secondo recenti analisi, un costo dell’energia superiore fino al 49% rispetto alle tariffe indicizzate, perché, sebbene i valori siano minimi rispetto ai valori degli ultimi 12 mesi, i prezzi di luce e gas delle tariffe a prezzo bloccato sono maggiori dei relativi prezzi delle offerte variabili.

Al contempo l’offerta a prezzo fisso garantisce uno scudo contro possibili rincari del mercato energetico e nelle scorse settimane, ARERA (Autorità di Regolazione per energia reti e ambiente), ha anticipato una nuova serie di aumenti per i prossimi trimestri.

In conclusione, potrebbe convenire un’offerta a prezzo fisso in caso di aumento delle quotazioni, garantendo una protezione dai rincari (è così che alcuni utenti sono riusciti ad evitare gli aumenti record del 2022), ma risulterebbe meno conveniente qualora le quotazioni all’ingrosso dovessero restare stabili o diminuire.